La nuova produzione video targata LiquidSky è un documentario di quasi mezz’ora sul restauro da parte dello Studio di Alesandra Furlotti di un trattato di giurisprudenza del tardo ‘700 a cura di Tommaso Richeri, proprietà del Fondo Antico della Civica Biblioteca di Codogno, presentato in conferenza sabato 18 novembre.

Si è svolto sabato 18 novembre nella Sala Santelli del Municipio di Codogno Storie di Restauri – Codogno e i suoi tesori: l’evento in cui Alessandra Furlotti – titolare dell’omonimo Studio di Restauro milanese – ha presentato il proprio lavoro sul ciclo dei 13 volumi del trattato di giurisprudenza di Tommaso Richeri, opera che data al 1790/95 e appartiene al fondo antico della Civica Biblioteca Popolare Luigi Ricca; nonché di un trattato di matematica e geometria di Paolo Frisi, del 1782, e più preziosa della cinquecentina “Tre Libri di Lettere Volgari” di Paolo Manuzio, volume assai più antico a cura del figlio del più celebre innovatore della stampa a caratteri mobili italiana, databile al 1556.

Salutato dal plauso della Giunta locale, rappresentata dall’Assessore Giovanni Bolduri e di Agostino Cordoni, presidente del locale Rotary Club, che ha finanziato il lavoro insieme alla Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, onlus rappresentata da Giuseppe Maggi, quest’ultimo è stato anche minuziosamente documentato dall’ultima video produzione della premiata griffe LiquidSky (che vedete sotto), integralmente proiettata nel corso dell’evento.

Una sfida nuova per il team ‘liquido’, qui composto da Mario Gazzola in veste di operatore per le numerose session di ripresa nello Studio di Restauro Furlotti e da Walter L’Assainato per la regia complessiva e il montaggio dei materiali video e anche fotografici sul lavoro. Che, a differenza dei nostri video precedenti, richiedeva un vero e proprio documentario scientifico, in cui Mario ha seguito passo passo tutte le fasi del lavoro di restauro, riprendendo in diverse ore di footage una sceneggiatura scritta necessariamente a quattro mani con Alessandra, in quanto detentrice ultima della conoscenza che si andava appunto a documentare, della successione temporale delle diverse fasi di lavoro e della loro presumibile durata.

Le riprese on location, richieste dall’esigenza di documentare capillarmente ogni operazione manuale svolta sulle opere, ci ha consentito altresì di offrire allo spettatore uno sguardo in diretta sul lavoro quotidiano di un laboratorio artigiano, oggi un mistero per i più: e le “ombre cinesi” offerte dai controluce sulle carte giapponesi, la sagomatura delle lacune dei fogli sul tavolo luminoso, le gocce al ralenti nei lavaggi delle stesse carte, come gli accelerati dei time lapse e gli split screen, hanno conferito una fruibilità estetica anche a riprese concepite con finalità didattiche.

Suddiviso in 13 quadri (più uno per il volume di Manuzio), il documentario è scandito da altrettanti cartelli introduttivi, ottenuti fotografando i “finalini”, graziose incisioni xilografiche conclusive che abbelliscono ogni capitolo del testo, per quanto di serioso argomento giuridico.

Con nostra sorpresa, il taglio didattico del documentario ha riscosso notevole interesse e una bordata di domande specifiche da parte del pubblico presente in sala durante la mattinata di sabato. Così fungendo anche da introduzione per la seconda parte della giornata, fortemente voluta dalla direzione della Biblioteca, rappresentata dalla direttrice Patrizia Bardi con Alessandra Cantoni ed Elena Bandirali.

La quale infatti è proseguita poi con un workshop – sempre a cura di Alessandra Furlotti – volto ad illustrare ai partecipanti l’ABC delle tecniche di restauro presentate in forma teorica nel corso della mattinata (oltre che dal nostro video).

Animato da un folto gruppo di iscritti entusiasti e molto partecipi, il pomeriggio (di cui purtroppo non abbiamo documentazione video da mostrarvi) è stato un vero successo, a dimostrazione del fatto che non è indispensabile proporre sempre iniziative “popolari” per interessare le persone, quand’anche non “addette ai lavori”, quanto piuttosto saper trasmettere con passione oltre che competenza i propri saperi, anche se (come si suol dire) “di nicchia”.

Anzi, se contenuti molto particolari vengono proposti in forma piacevole e “calda”, l’interesse può rivelarsi veramente sorprendente.


the LiquidSky Staff

P.S.: il virgolettato nel titolo fa riferimento spiritosamente al nostro primo cortometraggio di fiction Con gli occhi di domani (fantascientifico ma pur sempre ambientato a sua volta nello Studio di Restauro Furlotti), rievocato anche da Alessandra nelle battute finali del suo commento esplicativo sul restauro nel video.