Digital Marketing

La tendeza a dividere il digital marketing in sottoinsiemi di tecniche che non si parlano tra di loro quindi SEO, SEM, influencer marketing, content marketing, display contro search e altri recinti teorici ha dimenticato come tutte le azioni che intraprendiamo hanno a cascata un solo obiettivo creare VALORE per il brand e aumentare le vendite. Il marketing è pervasivo e trasversale.

La giusta visione può influenzare praticamente qualunque livello di organizzazione dell’azienda verticalmente e trasversalmente. Le decisioni connesse al valore del brand devono risuonare ed integrarsi in tutte le nostre azioni digitali. Old economy e New economy devono creare una sinergia. Le decisioni vanno approcciate olisticamente.

Uscire dall’invisibilità

I media che possediamo, quelli che paghiamo e quelli che conquistiamo.

Una storia epica fatta di battaglie, è quella che ci aspetta. Definire chi siamo, riformularci ascoltando i clienti, ricordare le nostre promesse, risolvere le debolezze e mettere a fuoco i punti di forza. Solo così possiamo ben rappresentarci dentro i media che possediamo. Questo è il passo 1 di questo schema. Ridisegnare un sito, creare contenuto sui social, dialogare sui forum di supporto. Rafforzare la nostra identità prima di acquistare pubblicità online che aumenterebbe la percezione degli errori del passato, di quello che eravamo ieri e non di quello che vogliamo diventare oggi. Poi acquistare pubblicità il secondo passo della nostra strategia per smettere di essere invisibili e competere, perché là fuori non siete soli a cercare di parlare con i vostri potenziali clienti. Infine il risultato di quello che abbiamo fatto, la magia di essere citati, di sentir parlare della nostra azienda, sui blog, sui social media, in TV o nelle recensioni su youtube. Il passo 3 è la scoperta delle tracce che lasciamo nel mondo, il sapore inebriante del successo o l’invevitabile condanna all’invisibilità. Ad ogni investimento il ciclo ricomincia, per migliorare.

Misurare i risultati: ROI

Non solo il semplice traffico su analytics ma misurare i risultati calcolando il nostro ROI. 

Per prima cosa bisognerà identificare le KPI giuste, capire dove siamo deboli. Forse un migliore CTR o bouncing rate o semplicemente più conversioni di vendita o di acquisizione cliente. Oggi il digital marketing ci consente di analizzare così tanti dati da esserne sepolti. Siamo pronti ad assistervi nel leggere i dati con un metodo di lavoro circolare che ciclicamente analizza la situazione per identificare i parametri giusti e riformulare gli obbiettivi per migliorare sempre.

SEO, SEM & SERP

SEO vs SEM, una contrapposizione inutile nel dibattito attuale.

Cercare di vendere le attività di SEO come l’elisir gratuito di lunga vita di un brand è semplicemente un approccio parziale. Migliorare la propria ricerca naturale ed il proprio ranking nell’ecosistema GOOGLE è una mossa vincente nell’ampliare gli effetti delle campagne. L’attività SEO è propedeutica a quella SEM e a volte la influenza nelle definizione delle keywords, ma senza SEM, senza campagne e attività classiche di ADVERTISING il vostro brand non dispiegherà le ali per battere la concorrenza. Per noi SEO nel passo 1, SEM nel passo 2. Inoltre il SEO deve tener conto non solo delle ricerche fatte dagli utenti ma soprattutto delle parole chiave che hanno colpito i media. L’attività di cura dei risultati del search, la SERP è la ciliegina sulla torta a coronamento di attività SEO ben congegnate.

Google & Social Media

I due ecosistemi oggi si trasferiscono linfa a vicenda. Nonostante debbano spesso essere trattati con logiche differenti non dobbiamo dimenticarci di come uno share su un social media che innesca curiosità su una tipologia di prodotto possa portarci ad una ricerca che con Google raggiunge il nostro brand e viceversa. I motori di ricerca non sono morti con i social media, anzi hanno trovato nuova linfa. Dopo la chiusura di Google Plus c’è stato qualcuno che ha pensato che l’onda lunga dei social media stesse mandando in pezzi Google. Semplicemente imitare facebook non era quello che doveva fare google per integrare un approccio sociale ai propri servizi. Quindi “Big G” ha cambiato strategia e rafforzato quello che già aveva: Google era già social. Pensate a Google My Business e a Google Maps allo sharing di mappe e indirizzi di attività, aziende, servizi. Una condivisione sociale che connette il virtuale al punto vendita fisico. Pensate a youtube, alle sue recensioni, ai contenuti di tutti gli youtuber che sono dei potentissimi influencer su qualsiasi argomento e di come possono diventare virali. Google sarà con noi molto a lungo ad aiutare il nostro business.